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VIVERE IN BARCA AI TEMPI DEL COVID

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Il racconto di un cliente che ha scelto di vivere in barca la quarantena impostaci dal Covid 19, a bordo del suo 12 metri ormeggiato a Marina dei Cesari. Solitudine, silenzio, tramonti e … pranzetti ma un’esperienza diversa da quella di navigazioni in solitaria!

Già da qualche anno dopo l’acquisto della mia prima barca ero affascinato dall’idea di vivere a bordo, anche se non l’avevo mai presa troppo sul serio.

Alla luce dei primi casi di Coronavirus a Codogno e della mia vita da pendolare, ho deciso di preservare i miei cari e di trasferirmi a vivere sulla mia barca a vela di 12 metri ormeggiata a Marina dei Cesari.

Ho fatto questa scelta senza pensarci tanto, con molta serenità sicuro che fosse una buona soluzione.

Adoro le navigazioni d’altura in solitaria e adoro stare da solo in barca, solo con la natura, le albe, i tramonti, qualche delfino che gioca a prua. Non ho perso questa passione nemmeno dopo la brutta avventura di fine ottobre scorso, quando durante il trasferimento verso Trieste per partecipare alla Barcolana, ho perso il timone in piena notte, da solo, con 30 nodi di vento, al largo di Rimini!

Devo ammettere però che i primi giorni di vita a bordo sono stati duri. Un silenzio, una calma surreale interrotta solamente dal vento freddo che fischiava nelle sartie della barca. Mi sono stupito di provare, proprio io navigatore solitario, una sensazione così straniante: essere e sentirmi solo, dentro la marina semi vuota, unica compagnia le anatroccole che nuotano nel marina e che ti aspettano sottobordo per prendersi il loro pezzettino di pane.

Per reagire, mi sono messo a fare tante piccole aggiustature che in barca ahimè, non finiscono mai. La barca infatti è un’amica molto esigente. Mi sono goduto i tramonti che a Marina dei Cesari sono spesso spettacolari e, come ogni buon marinaio, mi sono dedicato alla cucina cimentandomi con piatti mai provati prima anche per colpa della vita frenetica che tutti noi abbiamo fatto finora. Ho imparato persino a fare la pizza! Il lievito di birra che non si trova al supermercato l’ho comperato dal panettiere e la mia prima pizza, in barca, con un fornetto basico, è venuta benissimo!

Insomma, vivere in barca ai tempi del Covid è un’esperienza tutto sommato positiva, che mi ha fatto scoprire un’altra parte di me. Speriamo però che questa tempesta passi e che possiamo finalmente togliere la vela di cappa e tornare a navigare sereni! Forse con qualche accortezza in più e sicuramente apprezzando meglio la nostra vita di tutti i giorni e tutto quello che frettolosamente davamo per scontato.

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