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Fano: i maxi yacht primi nel mondo

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La metamorfosi del porto di Fano: da borgo di pescatori a passerella dei maxi yachts primi nel mondo

 

La definizione – Maranello della Nautica- è del giornalista  Stefano Mascioni  che qualche anno fa pubblicò questo articolo nel quale descrive il cambiamento avvenuto nel porto di Fano anche grazie alla nascita del porto turistico Marina dei Cesari. La cantieristica nazionale che ha sedi anche a Fano, è al primo posto nel mondo nella produzione di maxi yacht a motore e ha trovato proprio nel porto Marina dei Cesari il giusto volano per la crescita. E dopo gli anni bui della crisi, è tornata a crescere.

Sempre più maxi gli yacht dopo la crisi

Sono sempre più numerosi  i  vari di maxi yachts, le barche che superano i 30 metri di lunghezza. Per loro il Marina ha dovuto rivoluzionare la disposizione interna dei posti barca. Per loro  il cantiere Multinautic situato all’interno di Marina dei Cesari, ha sostituito il travel lift da 75 tonnellate con uno  da 115 tonnellate attivo da marzo 2020.

Lasciamo adesso la parola a Stefano Mascioni

LA MARANELLO DELLA NAUTICA

L’hanno definita la Maranello della nautica, un punto di riferimento per multimiliardari, imprenditori e lupi di mare. Tutti personaggi che conoscono Fano e Marina dei Cesari perché è in queste acque tranquille che si varano le barche più belle del mondo. Quelle acquistate da chi non ha limiti di budget e vuole solo il meglio. Dai radical chic ai professionisti, dai grandi imprenditori ai committenti da mille e una notte che vedono nascere i propri giocattoli da milioni di euro a pochi metri dai pescherecci della piccola pesca.

Tacchi a spillo e pescatori

Perché è qui, a pochi chilometri da Fano, che questi gioielli della nautica vengono costruiti e a Marina dei Cesari varati.

E così sempre più spesso può capitare di osservare vertiginosi tacchi a spillo passare vicino alle vongolare. Oppure una Ferrari testa rossa parcheggiata vicino a un vecchio Ape del mercato del pesce.

Pershing 70, Foto Carlo Torelli

Contrasti interessanti che danno la misura della vitalità e della varietà del porto di Fano. Che portano miliardari russi, sauditi e tycoon cinesi a bere il caffè moretta insieme ai pescatori. Bizzarrie della globalizzazione ma anche il fascino di una città come Fano dove il passato convive benissimo con l’alta tecnologia e il 4.0.

E per chi vuole allontanarsi dai riflettori, c’è la magnifica passeggiata del Lisippo, affacciata sulle scogliere che abbracciano Marina dei Cesari. Molto apprezzata da tutti coloro che hanno l’animo artistico e vi passano ore a bearsi di aria salmastra e vista ineguagliabile sull’infinito.

Insomma, il pesce pescato e il lusso, il diporto per tutti e i vip in incognito che amano Fano proprio perché li circonda di quiete e di riservatezza, lontano dagli sguardi curiosi.

La passeggiata del Lisippo, foto di Stefano Frattini

Tranquillità rotta al mattino presto solo dai gabbiani e dal borbottio diesel dei piccoli pescherecci e delle vongolare che poi scaricano il pesce fresco nel mercatino davanti a Marina dei Cesari. Tranquillità ritrovata alla sera sullo splendido terrazzo panoramico dello Yacht Club del Marina, dove sorseggiare un calice di Bianchello gelato e ammirare il sole che solo qui, in questo angolo di Adriatico, d’estate sembra tramontare in mare.

La metamorfosi del porto di Fano

Il porto di Fano mostra i segni di una evidente metamorfosi, da antico borgo di pescatori a passerella.

In fondo però le protagoniste rimangono loro, le barche. Gioielli che ci invidiano da tutto il mondo e che a Fano è possibile trovare e ammirare in una concentrazione fuori dal comune. Maxi Yacht a motore, la nostra specialità, veloci, velocissimi e pieni di accessori da sultani. E basta un giro tra le banchine per rendersi conto di quanto sia alto il livello estetico e tecnico del patrimonio che galleggia tra i moli di Marina dei Cesari. Vale sempre la pensa farci un giro, perché per ammirare un sogno da vicino non servono milioni di euro, basta passare per le banchine del porto turistico di Fano

 

Stefano Mascioni

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