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La magia della cartapesta

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Riccardo Deli è un’artista fanese e ha al suo attivo un singolare primato: dalla ripresa dei corsi mascherati dopo la fine del secondo conflitto mondiale, è il capo-carro che vanta la presenza più lunga e ininterrotta: 24 anni.

Infatti dal 1986 al 2009 ha sempre partecipato con un carro ideato da lui a tutte le edizioni della celebre manifestazione fanese. Da alcuni anni si è dedicato a tempo pieno alla realizzazione di coloratissimi bassorilievi in cartapesta che sono divenuti una tipica e inconfondibile espressione dell’artigianato artistico fanese.

Incontriamo Riccardo Deli nella sua casa/laboratorio in un affascinante quartiere del centro storico di Fano dove l’artista con attività tutta manuale, dà forma ad un vasto e variegato campionario di soggetti ad uso arredamento, apprezzati da un pubblico non solo locale.

Com’è nata questa passione per la cartapesta?

Chissà! Forse un seme artistico di famiglia: mio nonno era violinista e mia nonna Celestina una sarta famosa che ha istruito all’arte del cucito generazioni di fanciulle fanesi.

Ha fatto studi artistici?

No, mi sono diplomato al liceo classico di Fano ma ho sempre avuto questa curiosità per la cartapesta. Da bambino, forse avevo 5 anni quando ho cominciato, ricordo che con mio fratello ci divertivamo a costruire piccoli carri carnevaleschi con una scatola da scarpe e la carta appallottolata dei giornali, imbibita d’acqua. Ho sempre sentito il fascino del carro di Carnevale, li guardavo e mi sembravano una realtà metafisica, un oggetto che viene da altri mondi e su altri mondi ci porta con la fantasia.

Quali sono i soggetti più richiesti nel suo ricco repertorio di bassorilievi in cartapesta?

Quelli con i segni zodiacali, soprattutto la Bilancia (chissà perché ci sono tanti nati nel segno della Bilancia!) Poi i bassorilievi Atzechi che erano grandi matematici e astrologi e raggruppavano i giorni in segni, ognuno con specifiche caratteristiche e immagini e nomi evocativi connessi alla natura come Pioggia, Scimmia, Casa ecc. Molto apprezzati anche i Mandala che hanno affascinanti motivi geometrici, diagrammi e disegni circolari, colorati: rappresentano simbolicamente un microcosmo dell’universo e sono beneauguranti. Chi li acquista li appende nell’ingresso di casa o nella cameretta dei bambini. Non mancano i beniamini del calcio, Totti per esempio: la sua macchietta in cartapesta è molto richiesta.

Vediamo passo passo come si lavora la cartapesta:

1. abbozzare il contorno della figura che si vuole modellare sopra un supporto rigido (tavola, multistrato) e piantare al suo interno alcuni chiodi per evitare lo scivolamento della creta, specie se si lavora in verticale

2. applicare la creta e modellarla con le mani e con gli appositi attrezzi dando forma alla figura che si è ideata

Cartapesta_1
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

3. applicare a pennello, come isolante, due mani di scagliola mescolata con acqua sul modello in creta. Due passaggi a distanza di 15 minuti l’uno dall’altra

Cartapesta_3
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

4. preparare la colla di farina (è un po’ come fare la polenta) e i fogli di giornale (quotidiani o riviste non patinate) per formare gli strati di carta occorrenti per il calco del modello

5. quando la scagliola è asciutta al tatto, applicare il primo strato di carta composto da 4 strati di rivista incollati tra loro strappandone pezzetti piccoli e calcandoli sul modello. Terminare l’operazione con il secondo strato composto da 2 fogli di quotidiano

Cartapesta_4-5
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

6. esporre la figura al sole (d’inverno vicino a una stufa a gas o a un termoventilatore) per l’essicazione del calco in carta. Quando il calco è ben asciutto staccarlo dal modello in creta. A questo punto si ha la maschera vuota

Cartapesta_6
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

7. applicare a pennello una mano di scagliola mescolata a colla a perline (sciolta a bagnomaria) per irrobustire la carta. Tale operazione va fatta quando l’interno del calco è perfettamente asciutto quindi il giorno dopo dal distacco del modello. L’impasto di scagliola va dato prima all’interno e poi all’esterno. Per evitare di deformare la carta con l’eccessiva umidità non va fatto in contemporanea

Cartapesta_7
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

8. ritagliare gli orli di carta che sbordano dalla figura e appoggiarla sopra un cartoncino. Con un pennarello segnare i contorni prendendone l’impronta che ci serve per chiudere la parte concava della figura in cartapesta. Possiamo cucire l’impronta con la cucitrice oppure utilizzare del nastro da carrozziere. Applicare alla sommità della figura l’attaccaglia per appenderla al muro

Cartapesta_8
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

9. rifinire i contorni della figura attaccandoli al fondo di cartoncino con pezzetti di carta collata. Ricoprire di carta anche il fondo

Cartapesta_9
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

10. rifinire le varie imperfezioni lavorando con la raspa e il taglierino, applicando sulle pareti levigate e smussate dei pezzetti di carta collata. Nei punti dove il calco si fosse un po’ deformato è bene rimodellare con un impasto denso di scagliola e acqua. Una volta solidificato ricoprire il ritocco con i soliti pezzetti di carta collata

Cartapesta_10
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

11. levigare la figura con un impasto più denso (punto 7) di scagliola e colla di perline, spalmandolo a mano e lisciandolo con un pennello leggermente bagnato in acqua fredda

12. carteggiare eventuali imperfezioni e imbiancare la figura con due mani (intervallate) di bianco lavabile (acrilico, non tempera)

Cartapesta_11-12
ph. Paolo e Alberto Del Bianco

13. procedere alla pittura. Usare colori acrilici diluibili con acqua e indelebili (una volta essiccati). Per la lucidatura finale, adoperare un fissativo acrilico che ha una funzione protettiva e impermeabile, diluibile in acqua, che si stende a pennello (Flatting rugiada lucida) oppure la vernice finale per acrilici in bomboletta spray

14. questi bassorilievi in cartapesta sono realizzati per uso interno e con alcune precauzioni. Per esempio occorre appenderle dove non batte la luce diretta del sole, sopra termosifoni o vicino a fonti di calore. Occorre spolverarli ogni tanto con un pennellino asciutto e togliere eventuali tracce di insetti con una pezza umida e con delicatezza! Si tratta di opere apparentemente fragili ma in realtà robuste e, se trattate con cura, destinate a durare… più di noi!

Cartapesta_13-14
ph. Paolo e Alberto Del Bianco
Cartapesta_gemellaggio
Riccardo Deli mostra il bassorilievo che gli è stato commissionato dalla Carnevalesca di Fano e che sarà consegnato domenica mattina alla delegazione Cubana per il gemellaggio tra il Carnevale di Fano e quello dell’Avana

 

Uno dei bassorilievi più richiesti è questa delicata madonnina
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I segni zodiacali sono tra le forme più apprezzate
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Per gli appassionati di calcio un Totti di cartapesta
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