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URBINO MAGNIFICA

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Solo 50 chilometri da Fano a Urbino, meno di 40 minuti per arrivare in un luogo che almeno una volta nella vita bisogna visitare: la città nobile, capitale di una signoria, impreziosita da opere d’arte di rilevanza mondiale, patrimonio dell’umanità UNESCO.

Il breve viaggio vale da solo l’esperienza. Percorrendo la superstrada Fano Grosseto, dopo pochi chilometri vi sembrerà di entrare in un mondo nuovo, tra colline, vigne, uliveti, campi di girasole, un paesaggio bucolico, a volte selvaggio, che in ogni stagione si veste di colori diversi e invita a rallentare per ammirarlo. Come nelle ultime curve quando potreste scorgere, tra il verde fitto che costeggia la strada, l’ombra di un capriolo o di una lepre in fuga e ricordarvi che siete in un territorio magico, che qui la natura e le opere dell’uomo vanno a braccetto e a ogni angolo la storia convive con la modernità in un “tempo sospeso”.

Città d’arte

Urbino è magia e fascino, fonte di sensazioni che in nessun altro luogo della provincia si provano. Come quando si percorre il selciato delle sue mille salite (o discese) e inevitabilmente si pensa ai personaggi che percorsero quelle stesse vie, artisti del calibro del Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Baldassarre Castiglione, Piero della Francesca, Raffaello e Giovanni Santi.

Urbino
Ph Stefano Frattini

Città a forma di palazzo

Urbino è una città da assaporare con calma, perdendosi nel dedalo delle sue vie, strette e ripide, per scoprire scorci di rara bellezza. Città a forma di palazzo plasmata a sua immagine da un rude condottiero divenuto grandissimo mecenate e umanista come Federico da Montefeltro che in un pugno di decenni, a cavallo del Cinquecento, ne fece un polo culturale di eccezionale importanza a livello internazionale. Il suo fiabesco Palazzo Ducale ospita una delle più belle e importanti collezioni d’arte del Rinascimento italiano e splendide pitture di artisti come Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Melozzo da Forlì, Raffaello, Giovanni Santi.

Ph Stefano Frattini
Ph Stefano Frattini

Città universitaria

Ma Urbino non è solo città d’arte. Da cinquecento anni è anche una città universitaria che ne fa raddoppiare gli abitanti durante l’apertura dell’ateneo e ne permea lo stile di vita e l’arricchisce: le antiche e ripide stradine dove circolano solo poche auto, sono un caleidoscopio vivace di lingue, culture diverse e gioventù che ben contrasta con il fascino delle antiche mura.

Una visita in quota

Quando sarete arrivati e davanti a voi si ergerà la imponente e fiabesca facciata dei Torricini, entrate dalla porta Valbona e iniziate la visita con il camminamento che vi porterà a passeggiare lungo le splendide mura rinascimentali sopra una selva arancione di coppi che oggi come nel medioevo ricoprono i tetti delle abitazioni. Arriverete “in quota” sulla cima di uno dei due colli su cui poggia la città, alla fortezza Albornoz da dove potrete godere di una bellissima vista panoramica di Urbino.

fortezza-albornoz

La casa di Raffaello

Scendete dalla ripidissima via Raffaello e visitate la casa del grande pittore urbinate, un bell’edificio rinascimentale, nel cuore dell’antico quartiere artigiano, dove l’artista nacque il 28 marzo 1483. Qui trascorse gli anni della sua formazione giovanile presso la bottega del padre Giovanni Santi, all’epoca artista di corte del duca Federico da Montefeltro. Oggi la struttura è una casa-museo dedicata all’artista urbinate e accoglie dipinti, sculture, ceramiche, arredi lignei. Di grande suggestione sono la Cucina e il Cortile dell’abitazione, quest’ultimo con pozzo, lavabo e pietra che Raffaello usava per macinare i colori.

L’oratorio di San Giovanni

Proseguite con la visita all’Oratorio di San Giovanni Battista che, dietro una facciata in stile neogotico dell’inizio del secolo XX, nasconde un eccezionale gioiello di pittura, testimonianza del “gotico fiorito” o “gotico internazionale”, capolavoro dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni.

L’Oratorio di San Giovanni Battista di Urbino sorge sul luogo di un antico ospizio per infermi e pellegrini e, dietro una facciata in stile neogotico dell’inizio del secolo XX, nasconde un eccezionale gioiello di pittura, testimonianza di quello stile denominato “gotico fiorito” o “gotico internazionale”. Gli affreschi, capolavoro dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni (1415-16), presentano nella parete di fondo, dietro l’altare, una maestosa “Crocifissione” dove colpisce il contrasto stridente tra la drammaticità della scena principale e il disperdersi della narrazione in mille episodi, indifferenti al dramma che si svolge nella parte superiore della composizione, mentre su quella di destra si sviluppa un ciclo di pitture con scene raffiguranti la vita di San Giovanni Battista, tra le quali l’Annuncio dell’angelo della nascita di Giovanni, il Battesimo di Gesù, il Battesimo dei neofiti e la Predica. La raffigurazione dei personaggi vestiti all’ultima moda con cappelli fantasiosi e vesti sontuose, l’amore per il dettaglio, il gusto di raffigurare particolari tratti dall’osservazione della realtà quotidiana, denotano un’adesione del tutto personale degli autori allo stile tardo gotico.

Il primo palazzo della storia

Dalla piazza principale, piazza della Repubblica, salite corso Garibaldi e arrivate al Duomo dallo straordinario patrimonio artistico (Oratorio della Gerotta). Accanto alla cattedrale sorge l’imponente Palazzo Ducale, “il primo palazzo che sia apparso sulla faccia della terra,  il primo della storia.” Come scrive Paolo Volponi. “Non più un castello con fortificazioni e difese, rocche e trabocchetti, segrete e carceri, luogo di autorità e di oppressione, nido di privilegi e di paure; ma una civile residenza, larga e piana, aperta e accogliente, piena di stanze – illuminate da grandi finestre, adatte al governo e all’amministrazione – e di tante altre per gli incontri sociali, per la musica, i libri, gli strumenti, la pittura: la sala del trono tanto larga da poter idealmente contenere tutti gli urbinati …”

Duomo Urbino
Ph Stefano Frattini

Lo studiolo del Duca

Nella visita, quando arriverete nell’appartamento del Duca, fermatevi ad ammirare lo Studiolo di Federico, splendida opera di trompe l’oeil con alcune delle più famose tarsie lignee del Rinascimento, e immaginatevi il Duca seduto tra queste pareti, immerso nella lettura o intento a sfogliare i codici miniati di cui era attento collezionista, oppure rilassato a godere l’atmosfera di pace dello studiolo, che rimane il vero e proprio manifesto dell’amore per la cultura di questo grande soldato, politico e umanista. Fra le tante cose da vedere non perdetevi i sotterranei, le cucine e i servizi del Palazzo, perché anche qui potrete ammirare la modernità della struttura e la perfetta organizzazione di un edificio immenso che poteva ospitare decine di famigli e una corte ricchissima.

Shopping d’arte

Usciti dal palazzo, date un occhio ai tanti negozietti di artigianato, e se avete la passione del disegno, non perdetevi una chicca preziosa. Urbino è anche la capitale dell’arte con ben tre scuole di grande spessore: l’Accademia di Belle Arti, la Scuola del libro, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche che ha sede nello splendido ex Monastero di Santa Chiara. Entrate a curiosare nel negozio di colori ed articoli di belle arti, Amicucci, da oltre 40 anni riferimento per professionisti e istituti nel settore artistico, uno scrigno di colori, tempere, gessi, carte fatte a mano, album preziosissimi, strumenti per le tecniche di incisione, restauro, doratura, areografia, modellistica, grafica, hobby: un vero paradiso per chi ama disegnare.

Ph Giulia De Marchi
Ph Giulia De Marchi

La scala elicoidale

Per completare la visita con una forte emozione, non prendete l’ascensore per tornare a Piazzale Mercatale ma scendete attraverso la splendida Rampa elicoidale che sale/scende dal piazzale fino al piano del Teatro di Urbino. Era stata concepita da Francesco di Giorgio Martini per permettere al duca Federico da Montefeltro di salire a cavallo fino ai piedi del Palazzo Ducale e nel frattempo controllare, senza esser visto, il lavoro degli inservienti nei locali adiacenti adibiti alle stalle che potevano ospitare 300 cavalli.

Gastronomia di Urbino

La figura del Duca influenza anche la gastronomia della città. Numerosi i piatti che si ispirano alla tradizione culinaria della corte montefeltresca rivisitandola con garbo e originalità: dalle lumachelle all’urbinate al cinghiale stufato, aromatizzato con le spezie e abbinato a polenta di mais, al fagiano della Santa Alleanza ripieno di carne di beccaccia disossata. Urbino vanta anche eccellenze gastronomiche come la “casciotta di Urbino”, antica varietà di formaggio inserita nell’Atlante dei prodotti tipici, insignita da parte della Comunità Europea della denominazione di origine, nonché il riconoscimento della DOP (Denominazione di origine protetta). Un’altra specialità tipica è la crescia sfogliata di Urbino, specie di piadina arricchita con strutto, uova e latte.

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